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*Questo post è stato aggiornato il 31/10/2024 per eliminare i link non più funzionanti e aggiungere il capoverso sulle soul cake*
Cari lettori,
Domani è la notte di Halloween e quindi oggi vi ripropongo un post dagli archivi che vi parla di questa tradizione famosa ma anche travisata. Si sente spesso dire che Halloween è una festa statunitense da boicottare, l’ho sentito dire anche qua nel Regno Unito, il che è ancora più triste, visto che questa tradizione ancestrale è nata proprio in queste terre, più o meno. Furono infatti gli irlandesi che emigrarono negli Stati Uniti a portare questa tradizione nel nuovo continente.
Per quanto mi riguarda, si può boicottare ciò che si vuole per i motivi più disparati che possono avere senso per ciascuno di noi, ma prima bisognerebbe informarsi e sapere davvero di cosa si tratti, senza credere a meme e frasi buttate lì per qualche “mi piace” facile. Io stessa non sono un’esperta ma ritengo Halloween una celebrazione interessante e quindi ho pensato di riprendere e ampliare un mio vecchio articolo, inizialmente pubblicato in inglese, per darvi qualche dato generale.
Prima di tutto, come ho accennato all’inizio, Halloween non è per nulla una festa statunitense. È probabilmente diventata una ricorrenza più famosa grazie ai film di Hollywood, ma è quasi tutto ciò che di statunitense può avere. È una festività che unisce riti celtici e cristiani e il nome probabilmente deriva da All Hallows’ Eve, la vigilia di Ognissanti. Il precursore di Halloween è la festa celtica di Samhain che marcava la fine dell'estate e si celebrava il 1º novembre e da cui deriva il nome della paura irrazionale di Halloween, la samainophobia.
Si credeva che le lunghe notti invernali (autunnali, ma vi assicuro che qua le temperature sono già abbastanza fredde) fossero usate dagli spiriti per entrare più agevolmente nel nostro mondo. Erano quindi tanti i riti antichi, anche pagani, che in questo periodo includevano l’accensione di candele per le anime dei defunti e di falò per tenere alla larga gli spiriti maligni. Erano comuni anche i riti di divinazione in cui venivano usate mele e noci.
Le mele sono un elemento molto comune delle antiche tradizioni di Halloween e non sono rari i giochi che le usano e che ora hanno sostituito i riti più antichi. Tra i più conosciuti c’è quello chiamato apple bobbing, di cui esistono varie versioni. Le mele possono essere appese al soffitto con dello spago o essere immerse in una bacinella d’acqua e i giocatori hanno le mani legate dietro la schiena e devono cercare di mordere i frutti. Se, come me, adorate Agatha Christie, probabilmente avrete letto Poirot e la strage degli innocenti, il cui titolo originale è Hallowe’en Party. Questo romanzo (tranquilli, non vi rovino la fine) inizia con i preparativi per una festa di Halloween (Halloween party, appunto) nel paese di Woodleigh Common. Qualcuno porta delle mele, non particolarmente buone ma perfette per "bobbing for apples" ci dice la scrittrice per bocca del personaggio di Rowena Drake. In italiano, Tina Honsel, la traduttrice della versione Mondadori per Kindle che ho appena consultato (2013, 69), unisce meravigliosamente due frasi e descrive bobbing come “un gioco che consiste nel tentare di afferrarle con i denti metre galleggiano in un secchio pieno d’acqua”.
Ritroviamo mele e noci in un’altra tradizione, il famoso trick or treating, che noi conosciamo come “dolcetto o scherzetto?” In questo caso, i bambini vanno di casa in casa chiedendo dolci al suono di, appunto, “dolcetto o scherzetto”. Questa usanza sembra essere stata ispirata dal Souling (una breve spiegazione in inglese appare qua), una tradizione cristiana in cui i più giovani, con le facce annerite con la fuliggine e il carbone dei falò, andavano di porta in porta chiedendo cibo in cambio di preghiere per le anime dei defunti cari a chi donava. Dalla parola inglese soul, anima, viene il nome Souling.
Il cibo che veniva tradizionalmente donato erano le soul cake, dei biscotti di pasta frolla simili agli shortbread. Le soul cake sono rotonde e hanno spezie e uva passa, e il loro nome significa appunto “dolce per le anime”. Dopo vari anni, ho voluto provare a farle seguendo questa ricetta e non sono uscite troppo male. Se però usate la stessa ricetta, vi consiglio di usare almeno il doppio di uvetta e di adattare la quantità di latte e il tempo di cottura perché le istruzioni lasciavano un po' a desiderare. Ecco il risultato delle mie prime soul cake.
Per chi è sardo, forse, il Souling può ricordare la tradizione de Is animeddas. Se, però, questa non è tipica della vostra zona (non lo è, per esempio, nella mia) o se non siete sardi, sappiate che è una tradizione molto simile in cui i bambini, tradizionalmente vestiti di stracci, vanno in giro per le case e chiedono una donazione, anche in questo caso dolci o frutta secca, in cambio di preghiere per le anime del purgatorio (Is animeddas significa letteralmente "le piccole anime").
Un altro aspetto legato agli Stati Uniti è il fatto che ora si usino le zucche gialle, un prodotto che lì è più comune dell’ortaggio che veniva usato inizialmente in Irlanda, il cavolo navone, ed è anche più facile da intagliare. Faccio qua un piccolo inciso sulla terminologia e la traduzione perché non sempre è facile tradurre i nomi di cibi e ingredienti e il materiale che ho trovato su Halloween mi stava confondendo le idee.
Come ho già detto, ora si usa la zucca gialla, quella che in inglese si chiama pumpkin. Nel materiale che ho consultato si dice sempre che, originariamente, in Irlanda si usavano altri ortaggi, tra cui turnips. Inizialmente avevo interpretato turnip come rapa, una scelta ovvia per chi come me abita in Inghilterra, ma una scelta sbagliata. Guardando anche le foto dell’articolo del The Irish Times che parla della storia di Jack O’Lantern (questo è il link, ci tornerò più avanti), quei tuberi intagliati non sembrano affatto rape. Sono invece cavoli navoni, o rutabaghe, quelli che qui chiamerei swede e che negli Stati Uniti sono rutabaga. Per fortuna, un altro articolo del The Irish Times, stavolta dedicato propro al cibo (ecco il link), è chiarissimo sul tema: il problema, come spesso accade, è legato alle differenze tra le varietà diatopiche dell’inglese. In Irlanda, infatti, il nome vale per entrambi e vengono solo distinti per il colore: yellow turnip è il cavolo navone mentre white turnip è la rapa. Gli scozzesi, poi, usano ancora un altro nome, neep, come nel famoso piatto che si mangia per Burns Night, come vedremo in un altro post. Per riassumere, in inglese cavolo navone si può tradurre almeno in quattro modi:
turnip (IrE), swede (BrE), rutabaga (AmE), neep (ScE)
E poi dicono che tradurre sia facile!
Quando inizio a parlare di lingue e traduzione mi perdo, lo so, ma torniamo alle zucche di Halloween, quelle intagliate che vengono messe fuori dalle abitazioni con dentro delle candele accese, sempre per tenere lontani gli spiriti maligni. Gli intagli, infatti, sono spesso immagini che dovrebbero incutere paura anche se ora tanti ne approfittano per fare satira politica (date un’occhiata a Pinterest o guardate le immagini di questo articolo del 2016, giusto prima delle elezioni presidenziali statunitensi). Le zucche intagliate (carved pumpkins in inglese) sono comunemente chiamate jack-o’-lantern ma non è chiaro esattamente da dove derivi il nome, anche se questo articolo di Merriam-Webster sembra darci alcune idee. Jack è spesso usato come nome generico in inglese, il nostro tizio, e sembra che originariamente jack-o’-lantern indicasse i guardiani notturni che andavano in giro con una lanterna, spesso fatta appunto con una zucca. Per questo motivo, venivano chiamati “Jack con la lanterna” o “Jack dalla lanterna”. Altre fonti associano jack-o’-lantern con le luci che provenivano dalle decomposizione delle piante nelle torbaie, will-o’-the-wisp o fuochi fatui.
Il nome jack-o’-lantern, però, sembra anche essere legato a un’altra leggenda, quella di Stingy Jack, un vecchio ubriacone la cui anima è condannata a vagare sulla terra. L’Encyclopedia of Death and Dying (Howarth & Leaman, 320) ci racconta la versione più famosa: Jack sta rientrando da una notte di bagordi e incontra il diavolo lungo la strada. Si rifugia su un albero e disegna la croce sul tronco; Satana non può seguirlo e accetta di non cercare mai più di ottenere la sua anima. Una volta morto, però, Jack non può entrare in paradiso per via della vita dissoluta che ha condotto. Satana mantiene la propria promessa e non lo accetta neppure all’inferno ma gli getta un pezzo di brace infernale che Jack raccoglie e mette in una rutabaga vuota perché non si spenga. Da allora, Jack e la sua lanterna vagano in cerca di pace.
L’articolo del The Irish Times di cui vi ho parlato prima (ecco di nuovo il link) è interessante in generale sul tema di Halloween e cita questa versione della leggenda ma parla anche di un’altra in cui Jack, dopo un atto di carità, ottiene tre desideri da un angelo ma finisce per essere crudele e viene bandito dal paradiso. Quando il diavolo manda i propri messaggeri per reclamare la sua anima, Jack li inganna varie volte e viene bandito anche dall’inferno.
Queste sono alcune delle mie opere degli ultimi anni, la foto di copertina è del 2016. Come potete vedere, Nightmare Before Christmas è il mio tema preferito ma, quando ho rinnovato Knotty Translations nel 2018, ho intagliato anche la versione base del logo in una delle zucche, l’avete riconosciuto nella foto qua sopra? Per quanto riguarda quest’anno, ora vado a svuotare le zucche che abbiamo preso e a prepararmi la pasta con parte del ripieno. Per la decorazione che ho scelto, date un’occhiata al mio profilo Instagram perché sicuramente pubblicherò la foto quando la zucca sarà pronta.
Come avete visto, Halloween è tutto fuorché una festa satanica, è un momento di comunione e divertimento che coincide in genere anche con le vacanze scolastiche d’autunno e quindi è una scusa per i bambini per trascorrere un po’ di tempo con gli amici fuori da scuola. Un lato negativo, però, ce l’ha: lo spreco. Questi due articoli dell’anno scorso vi danno un’idea. Il primo è del quotidiano The Guardian e parla della quantità di plastica e i materiali sintetici usati per i costumi, i trucchi e le decorazioni, quasi sempre materiale non riciclabile o che comunque non viene riciclato. Il secondo è sempre del quotidiano inglese e ci parla dello spreco di cibo rappresentato dalle zucche intagliate. Purtroppo, infatti, quasi nessuno svuota le zucche prima di intagliarle, sprecando tantissimo cibo che può essere usato per moltissime ricette. Se volete alcune idee, in questo link del sito BBC Good Food trovate alcune delle mie preferite.
Se volete leggere qualche descrizione delle preparazioni per la festa di Halloween, il libro di Agatha Christie di cui vi ho parlato ha varie pagine molto interessanti. Se avete a disposizione le versoni in entrambe le lingue potrete anche notare che la traduttrice si è trovata a dover fare i conti con i vari tipi di zucca tipici qua nel Regno Unito e ha dovuto fare delle scelte su come rendere delle cose così tipiche della cultura dell’autrice. Lascio a voi l’analisi altrimenti rischio di perdermi in un’altra digressione sui vari tipi di equivalenza!
E voi preparate le jack-o’-lantern? O vi piace solo cucinare la zucca? Lasciatemi un commento.
KT