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Emma in giallo: Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher

29/05/2024 09:31

Emma

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Emma in giallo: Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher

Recensione di «Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher» di Alice Guerra

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Chi mi conosce o chi segue il mio profilo Instagram personale saprà senza dubbio che il mio genere di libri preferito è il romanzo giallo e che amo alla follia Angela Lansbury e, in particolare, il personaggio di Jessica Fletcher. Immaginatevi quanto ho impiegato a decidere di comprare il libro Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher, scritto da Alice Guerra e pubblicato da Rizzoli.

 

L’ho appena finito e ho pensato che farne una recensione fosse la scusa perfetta per lanciare una serie di post che, guarda caso e in modo molto originale, ho deciso di chiamare Emma in giallo. In questa serie, senza frequenza precisa, vi parlerò dei libri gialli nuovi o vecchi che sto leggendo e che voglio consigliarvi (o no, dipenderà dai libri).

L’autrice

Alice Guerra, nel libro, si presenta sempre come l’influencer di Mestre, perché è diventata «famosa» (è lei stessa a usare le virgolette) grazie ai video in veneziano che ha pubblicato sul suo profilo Instagram. La biografia nella terza di copertina ci dice che ha una laurea in Comunicazione e che nella vita ha fatto di tutto, o quasi. 

 

Non vi voglio mentire, prima dell’uscita del libro non la conoscevo affatto, ma il titolo del libro e questa breve presentazione me l’hanno fatta piacere subito perché ho sentito che avevamo tanto in comune, anche prima di leggere la prima pagina del libro. Per il resto, probabilmente la conoscete più di me, quindi non aggiungo altro, passiamo al libro.

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Il libro

Titolo: Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher

 

Sottotitolo: Un giallo (più o meno).

 

Sì, perché Alice si trova per caso nel bel mezzo di un mistero: la sparizione di Luigino, un novantenne che vive vicino alla zia Rosanna e che un giorno sparisce, abbandonando in paese la bicicletta e una busta di mangime per le galline.


Forse avrei dovuto dirvi subito che Alice è il personaggio principale del libro, non solo l’autrice. Ci racconta in prima persona ciò che succede ma è anche la nostra narratrice onnisciente che sa ciò che accade in sua assenza, per esempio al commissariato, o ciò che pensano gli altri personaggi, come nel caso del commissario Lo Cascio, il tipico poliziotto che odia le detective dilettanti, come spesso succede a Jessica Fletcher nel telefilm.

 

All’inizio, Alice non vuole immischiarsi nella vicenda, ma poi si trova ad aiutare (e insieme ostacolare) la polizia nelle indagini. Lo fa un po’ per tranquillizzare la zia Rosanna, che crede ci sia un serial killer a Mestre, un po’ perché non vuole che le galline di Luigino muoiano di fame. Ma soprattutto lo fa perché, come ci insegna Jessica Fletcher, «se qualcosa non torna, è meglio ficcare il naso».

 

Durante le indagini per svelare il mistero, Alice ci racconta anche la propria vita, ciò che va e ciò che non va e, proprio come fa spesso Jessica Fletcher, ci porta in giro per Mestre, la sua Cabot Cove, e ci presenta i suoi concittadini. Lo fa nel suo stile originale, mischiando l’italiano a delle frasi venete, e spesso in modo irriverente, senza filtrare ciò che pensa.

 

Non voglio fare spoiler, ma vi dirò che alla fine, più in stile Poirot che Jessica Fletcher, il mistero viene risolto alla presenza di tutto i personaggi, che sono stati invitati a una festa del rione.

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Cosa ne penso?

È un libro leggero solo in superficie. Si legge facilmente ed è molto piacevole, che vi piaccia o no La Signora in giallo (ma certo che vi piace, a chi può non piacere?!), ma è anche un libro che fa riflettere. Tra un insegnamento di Jessica e l’altro, Alice ci dà anche i suoi insegnamenti. Lo fa in modo allegro e spiritoso, ma ci dice comunque delle verità grandi come montagne. Ci ricorda di voler bene a noi stesse prima di tutto e di prenderci cura della salute, anche andando dalla psicoterapeuta se serve, perché non sempre possiamo risolvere tutto da sole. Sono delle verità tanto ovvie quanto difficili da accettare e vanno ripetute sempre.

 

Cosa mi è piaciuto più di tutto?

 

1) Il miscuglio di lingue e l’orgoglio del parlare una variante regionale. Le nostre lingue regionali e i nostri dialetti sono una ricchezza e ogni scusa per promuoverli e mantenerli vivi è fantastica!

 

2) Ogni riferimento a Jessica Fletcher, ma soprattutto le indicazioni precise alle puntate del telefilm, utili sia per chi lo conosce e sa immediatamente di cosa stia parlando, sia per chi non lo conosce e vuole cercarlo per saperne di più.


È un libro che mi ha sorpreso e mi ha fatto sentire a casa. Per me, La Signora in giallo non è solo una passione, è anche un mondo in cui mi sento sicura, un mondo che mi riporta ai pomeriggi estivi passati in poltrona a guardare le puntate con mio papà, con la luce spenta perché faceva troppo caldo anche solo per avere una lampadina accesa.

 

Questo libro mi ha riportato a quei momenti e mi fatto ridere tanto, proprio come un episodio della Signora in giallo. Brava, Alice, zia Jessica sarebbe fiera di te!

 

E voi l'avete letto? Cosa ne pensate?

 

Aspetto i vostri commenti su questo libro e suggerimenti per nuovi libri da leggere e recensire!